Fiori di Kabul – Recensione e opinioni personali

Ciao a tutti! Sono Greta, e oggi vorrei raccontarvi di un libro ambientato in Afghanistan.

Ma vi spiego meglio.

Recentemente ho terminato di leggere questo libro: Fiori di Kabul…

Trama

Maryam abita a Kabul, la capitale dell’Afghanistan. Come la maggior parte delle ragazze afghane, ha un padre fedele alla tradizione, rigida e ultraconservatrice, diffusa nel Paese, che nega alle donne qualunque forma di libertà. Un giorno, davanti la casa di Maryam, si ferma una straniera. Sta attraversando tutto l’Afghanistan con la sua bicicletta, e quello è uno dei suoi luoghi di sosta, a quanto pare. Per Maryam quell’incontro segnerà una svolta nella sua vita. Alle donne, in Afghanistan, è vietato andare in bicicletta, proprio come è vietato protestare, fare sport in pubblico, uscire di casa senza permesso. Però Maryam sa che le cose si possono cambiare, e vorrebbe essere proprio lei a modificare l’attuale situazione delle donne afgane.

Quando sarà abbastanza grande per prendere le sue decisioni, sceglierà proprio una bicicletta come strumento di emancipazione.

Il suo non sarà un semplice viaggio in bicicletta: sarà un esempio per uomini e donne, una piccola rivoluzione silenziosa attraverso uno dei Paesi con la più alta discriminazione di genere. 

Impressioni personali

Questo libro, inaspettatamente, mi è piaciuto. Solitamente infatti non leggo libri con queste tematiche, perché più che altro mi irrito ad ogni pagina, leggendo di come vengono ancora oggi trattate certe persone, e su che radici si basano alcune tradizioni (come per esempio la mancanza di libera opinione). Eppure, stavolta, ho deciso di cambiare, tentando di essere più paziente.

Se mi ha fatta comunque arrabbiare ad ogni pagina come previsto? Si, però ne è valsa la pena.

Ovviamente prendete queste ultime mie parole con le pinze: non mi sono arrabbiata perché la storia non mi piace o cose del genere, semplicemente per la consapevolezza dell’alto livello di discriminazione di genere presente in alcuni Paesi del mondo.

Mi è piaciuto il modo in cui racconta della perseveranza con cui la protagonista parla del suo obiettivo, ovvero di diventare una campionessa di ciclismo, di come tenta in tutti i modi di raggiungerlo, pur essendo cosciente di stare disobbedendo alle regole ferree di suo padre e del suo Paese.

Ma anche di come cerca di infondere speranza, nonostante il messaggio di denuncia che vuole trasmettere, riguardante le ingiustizie a cui sono sottoposte le donne in alcuni luoghi.

In generale la narrazione è scorrevole e semplice, proprio per rendere accessibile a più persone possibili il racconto. Trovo inoltre che i personaggi siano particolari e unici, ognuno con una sua determinata caratteristica.

Possiamo trovare anche delle informazioni concrete e reali sulle abitudini in quei Paesi, sul cibo, sulle numerosissime restrizioni che li caratterizzano, sulla scuola.

A chi consiglio questo libro?

Io consiglio questo libro ai ribelli (già, proprio così), a coloro che desiderano uscire dagli schemi, dalle regole, dalla vita di tutti i giorni. A chi vorrebbe vivere il suo sogno, senza curarsi troppo dell’opinione altrui. Ma anche a chi il suo sogno lo sta ancora cercando. Almeno, quando lo troverà, avrà uno spunto molto utile su come viverlo o raggiungerlo.

Infine, sperando che il mio intervento vi sia stato utile, vi saluto.

Ci “vediamo” al prossimo articolo!

Citazioni

“Eravamo uguali, io e Samira, praticamente identiche nel modo di pensare e di guardare il mondo. Io ero un fiore pashtun e lei un fiore hazara.”

“Per me c’erano i mari, i cieli, le strade infinite che li univano; per Samira c’erano i sogni, il futuro, il mondo che le sorrideva e le diceva «vieni qui, Samira, ti sto aspettando». Crescemmo fianco a fianco, e attraversammo insieme l’età in cui le cose mutano.”

“Sei un fiore prezioso, e i fiori preziosi non possono crescere nella polvere”

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